Latho

mancala africano

Il latho è un gioco di memoria solitario diffuso presso il popolo Dorzé (Etiopia centro-meridionale). Viene giocato utilizzando un equipaggiamento molto simile a quello dei giochi della famiglia dei mancala (per esempio il wari), pur non avendo altra affinità con questo tipo di giochi.

Il primo a descrivere il gioco fu Richard Pankhurst, nel 1971.

Il tavoliere del Latho è un comune tavoliere da mancala composto di 2 file di 6 buche ciascuna. Inizialmente, le buche vengono riempite con pezzi secondo la seguente disposizione:

2 3 1 3 2 4
2 3 1 3 2 4

Il giocatore viene bendato; un'altra persona deve svolgere il ruolo di suo "avversario" (in effetti, sarebbe corretto dire che "tiene il banco"). Procedendo in senso antiorario a partire dalla buca di sinistra di una qualsiasi delle file, il giocatore deve declamare ad alta voce una delle seguenti frasi, a seconda del numero di semi contenuto nella buca:

  • oydo éka ("prendi da quattro")
  • héza éka ("prendi da tre")
  • namo éka ("prendi da uno")
  • isimo éka ("prendi da uno"),
  • afo éka ("non prendere", "prendi niente")

Se la frase declamata è corretta (per esempio, se il giocatore dice "prendi da due" e la buca contiene effettivamente due pezzi), l'avversario preleva un pezzo dalla buca. Il procedimento viene ripetuto finché il tavoliere è vuoto (nel qual caso il solitario è riuscito) oppure il giocatore sbaglia (nel qual caso il giocatore perde).

Il Latho nella società

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Come molti altri mancala, il latho viene considerato un gioco adatto a soli uomini, specialmente uomini sposati e anziani. I tavolieri per il latho (che sono a tutti gli effetti tavolieri da Wari) sono considerati di proprietà della comunità; in genere, i giovani non hanno accesso a questi tavolieri "pubblici", e devono limitarsi a giocare usando buche scavate nel terreno.

Giochi simili

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Solitari basati su equipaggiamenti da mancala, simili al Latho, sono diffusi in altre zone dell'Africa. Un esempio è il tagagega, giocato dal popolo Konso.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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  • Scheda presso WikimanQala, su wikimanqala.org. URL consultato il 1º settembre 2006 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).